Smart working: perché è davvero efficace
Comprendere esattamente cosa sia lo Smart Working non è semplice né intuitivo, anche se l’attenzione per questo tema sta crescendo. Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, ad oggi il 58% delle grandi imprese applica questo nuovo modo di lavorare in azienda.
Nel 2019, ad esempio, i progetti di Smart Working nelle PMI italiane sono passati dall’8% al 12% quando si tratta di progetti strutturati e dal 16% al 18% nel caso di progetti informali. Tuttavia, è cresciuto anche il numero di imprese non interessate al tema, con un aumento dal 38% al 51%. Infine, relativamente al mondo della pubblica amministrazione, il
16% delle PA ha oggi in atto progetti strutturati di lavoro agile e un altro 8% prevede di introdurli a breve.
Siamo sicuri, tuttavia, che questa tendenza e questi numeri siano destinati a salire, anche a causa del cambiamento nel modo di lavorare italiano portato dal Coronavirus.
Cosa è davvero lo Smart Working e quali vantaggi offre
Parlare di un processo di Smart Working significa affrontare un cambiamento complesso, da attuare a partire dall’analisi degli obiettivi, ma anche delle caratteristiche culturali e manageriali dell’azienda. Smart working significa, dunque, lavorare in modo nuovo e creare un maggiore equilibrio tra vita privata e professionale grazie all’innovazione digitale e alla maggiore collaborazione tra le persone. Proprio il miglior work-life balance è il principale vantaggio dello smart working per i dipendenti, mentre le aziende ottengono dalla Digital Transformation una maggiore efficienza e produttività.
Ricordiamo che adottare lo smart working non significa solo adottare le nuove tecnologie per lavorare da casa, dato che in questo caso si parlerebbe di telelavoro. Smart working è, innanzitutto, un nuovo modello di leadership e di organizzazione, in cui l’ufficio diventa uno spazio aperto alla creatività delle persone e alla generazione di nuove idee e nuove opportunità di business.
Fare smart working conviene alle aziende: ecco perché
Lavorare in modalità smart significa usare le tecnologie di social computing, unified communication e collaboration per incrementare la produttività individuale e la continuità del business, generando anche una maggiore flessibilità.
Cambiano, di conseguenza, i concetti di spazio e tempo a favore della nascita di modelli di business più efficaci ed efficienti. La principale caratteristica dello smart working è, quindi, un profondo cambiamento organizzativo e culturale, che restituisce alle persone la possibilità di scegliere spazi e luoghi di lavoro in totale autonomia.
Il vantaggio principale per le aziende è, di conseguenza, lo sviluppo di approcci di empowerment, delega e responsabilizzazione dei dipendenti a favore della crescita dei talenti e dell’innovazione diffusa. Le persone sono oggi pronte a questo cambiamento, anche grazie alla diffusione delle tecnologie per lavorare in mobilità e un evento drammatico come il Coronavirus non ha fatto che accelerare la diffusione dello smart working anche in Italia. Sempre secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, questo nuovo modo di lavorare porterà ad un aumento di produttività pari al 15% per lavoratore e chi utilizza questo modo di lavorare sono ad oggi 305mila persone. Tuttavia, utilizzare lo smart working per i 5 milioni di lavoratori italiani che possono averne accesso significa incrementare la produttività italiana per un valore stimabile intorno ai 13,7 miliardi di euro, considerando il 70% della forza lavoro potenziale.
Non solo: lavorare in Smart Working permette anche di ridurre l’inquinamento atmosferico e risparmiare 40 ore l’anno in spostamenti, a vantaggio dell’ambiente. Anche in questo caso, considerando uno spostamento medio di 40km per recarsi al lavoro, si ridurrebbero di 135kg le emissioni di CO 2.
Lo smart working in Italia: alcuni dati
Nel 2019 l’Osservatorio Smart Working aveva individuato 570mila smart worker, pari al 20% in più rispetto al 2018. Si testimoniava, quindi, il trend di crescita degli anni passati, con il 76% dei lavoratori soddisfatto di questo nuovo modo di lavorare e maggiormente coinvolti nella realtà aziendale rispetto ai lavoratori tradizionali. Questi, invece, i benefici per le aziende coinvolte:
– migliore work life balance (46% degli intervistati);
– maggiore motivazione e coinvolgimento dei dipendenti (35% degli intervistati).
Poche, invece, le criticità come la maggiore difficoltà a gestire le urgenze (34% dei manager intervistati), la difficoltà nell’uso delle nuove tecnologie (32% degli intervistati) e la difficoltà nella pianificazione delle attività (26% degli intervistati). Un dato positivo e che fa riflettere è però il fatto che il 46% dei manager non ha riscontrato alcuna criticità.
Dal punto di vista degli smart worker, invece, si segnalano le seguenti difficoltà:
– percezione di isolamento (35%);
– distrazione maggiore (21%);
– problemi di comunicazione e collaborazione virtuale (11%);
– barriera tecnologica (11%).
Lo smart working sarà sempre più utilizzato dalle aziende italiane e solo quelle capaci di modificare il loro approccio al lavoro e creare nuovi modi di lavorare per i dipendenti potranno vedere una reale crescita in termini non solo di efficienza e produttività, ma anche di soddisfazione dei lavoratori. Per questo noi siamo convinti che oggi, e il Coronavirus lo sta dimostrando, fare smart working è possibile e conveniente per tutti, aziende e dipendenti.