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Quando una pubblicità è accusata di sessismo – Il caso Pandora

“Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora. Secondo te cosa la farebbe felice?”, questa è stata la frase scritta su sfondo verde dell’imponente affissione comparsa nella metropolitana di Milano. Inutile dire quanto abbia scatenato le polemiche sui social network accusando l’azienda danese di sessismo.

Il cartellone, fotografato e pubblicato su Facebook sulla pagina Lefanfarlo, è diventato bersaglio di furiosi commenti sui social.

Pandora ha provato a scusarsi sulla sua pagina Facebook, scrivendo: “Abbiamo notato che il messaggio a volte è stato frainteso, per questo vogliamo raccontarvelo meglio”. Dunque la spiegazione: “Quante di noi a Natale hanno ricevuto qualcosa di non gradito? Questa iniziativa nasce proprio da una ricerca che ha evidenziato come la maggior parte delle donne a Natale riceva sempre il regalo sbagliato. Tutte insieme, quindi, diciamo NO a pigiami, ciabatte e frullatori ma SÌ ai gioielli che amiamo. Auguriamo a tutte voi di ricevere proprio ciò che più desiderate”.

Nei commenti, gli utenti ribadiscono l’irritazione, rispondendo in maniera ancor più incalzante: «Avete fatto una pubblicità che descrive una donna che anche negli anni 50 sarebbe stata anacronistica».

Viste le numerose critiche, Pandora ha risposto con un comunicato in cui cerca ancora una volta di giustificarsi: “Abbiamo notato che il messaggio è stato a volte frainteso. Da sempre Pandora ha a cuore le donne e quest’anno vuole aiutarle a trovare sotto l’albero il regalo perfetto. Quante di noi a Natale hanno ricevuto qualcosa di non gradito? Questa iniziativa nasce proprio da una ricerca che ha evidenziato come la maggior parte delle donne a Natale riceva sempre il regalo sbagliato. Tutte insieme, quindi, diciamo no a pigiami, ciabatte e frullatori ma sì ai gioielli che amiamo”.

Vi ha convinti? Noi siamo ancora un po’ scettici!